L’intero sistema sanitario italiano è oramai da tempo impegnato nel completamento del processo di dematerializzazione documentale: è una coerente esigenza rispetto alla grande rivoluzione digitale che accompagna l’evoluzione delle aziende, degli enti pubblici e ogni fase della vita di ciascuno di noi. Nell’ambito sanitario, negli studi medici e nei complessi centri polispecialistici, significa sfilarsi lentamente dal mondo dei polverosi ed inefficienti archivi cartacei, dalle spese sostenute per la stampa di milioni di cartelle cliniche ed esami, dalla difficoltà di archiviare tale documentazione e interagire efficacemente con questa grande mole di dati.
In tale contesto perciò, individuare un particolare dato o, ad esempio, reperire l’esatta informazione clinica che ci serve tra le centinaia disponibili, necessita di un avanzato sistema gestionale di cartella clinica – come CGM XMEDICAL – che possa inserirsi a sua volta nel progetto del Fascicolo Sanitario Elettronico.
La normativa e l’FSE
Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n.178 del 29 settembre 2015 ha innescato un processo di digitalizzazione del Sistema Sanitario Nazionale attraverso il progetto del Fascicolo Sanitario Elettronico, più facilmente abbreviato in FSE.
Bisogna immaginare un unico database, strutturato in modo tale che sia i pazienti, che il personale medico, possano accedere facilmente e velocemente a tutte le informazioni relative alla storia clinica e terapeutica di ogni singolo cittadino. Una vera rivoluzione: basti pensare alla semplice circostanza nella quale un paziente si sposta da uno specialista all’altro – anche all’interno della stessa struttura poliambulatoriale – o da un ospedale all’altro ed è costretto a portare con sé una grande mole di cartelle cliniche, referti, risultati di analisi, etc.
Con il fascicolo dematerializzato, la storia sanitaria di ogni singolo paziente sarà accessibile e vista nella sua interezza da qualunque operatore medico che entra in contatto con il paziente, che si tratti del medico curante o di uno specialista.
Si intuisce altresì facilmente come uno dei passaggi più critici dell’intero processo di digitalizzazione sia rappresentato dal necessario rispetto delle norme di privacy e sicurezza dei dati sensibili trattati, principio ribadito e rafforzato anche dalla recente e globale normativa comunitaria GDPR.
Cosa archiviare nella cartella clinica e le informazioni utili all’FSE:
Nella sezione di cartella clinica di CGM XMEDICAL vengono archiviate, tra le tante, le seguenti informazioni:
- dati identificativi del paziente e informazioni amministrative;
- anamnesi personalizzabile;
- diagnostica per immagini;
- interventi chirurgici;
- lettere di dimissioni;
- verbali rilasciati dal pronto soccorso;
- consenso della privacy;
- documenti di refertazione e archiviazione documentale in qualsiasi formato;
- indicazioni su allergie;
- eccetera.
Tutte le informazioni suddette potranno essere aggiornate in maniera costante da tutti gli “attori” sanitari abilitati dello Studio in modo tale da rendere la cartella clinica sempre attuale e mai anacronistico rispetto alla condizione psicofisica reale del paziente in quel particolare momento.
Tuttavia non è solo questione di burocrazia cartacea da snellire: anche dal punto di vista di un approccio organico verso il paziente, la digitalizzazione della cartella clinica consente ad un singolo specialista di rendersi conto dello stato generale del paziente e non solo in riferimento alla propria branca di specializzazione.
L’adozione della cartella clinica digitale pertanto è uno degli step indispensabili affinché il processo di attuazione del Fascicolo Sanitario Elettronico possa avviarsi correttamente.
La privacy
L’accesso alle informazioni della cartella clinica è consentito al Personale Sanitario del poliambulatorio, fermo restando il necessario rispetto delle disposizioni di legge in materia di privacy dettate dalla normativa GDPR.
Viene garantita, infatti, la tutela di tutti i dati personali che afferiscono alle condizioni di salute del paziente (dati sensibili): tali informazioni non possono essere diffuse a terzi.
Va puntualizzato tuttavia che i medici delle strutture sanitarie non sono obbligati a richiedere il consenso ai pazienti per l’utilizzo dei dati personali per “finalità di cura” ovvero per perseguire obiettivi scientifico-professionali in ambito di prevenzione, diagnosi, assistenza, terapia sanitaria o sociale, gestione dei servizi sanitari o sociali.
Guardando al futuro: dalla cartella clinica digitale a quella virtuale
Se da un lato ci sono ancora medici che faticano ad accettare la rivoluzione digitale in corso lamentando nella stragrande maggioranza dei casi i tempi troppo lunghi per comprendere al meglio il funzionamento dei software, dall’altro è chiaro che il domani – anche nell’ottica di un avvio organico a carattere nazionale dell’Fascicolo Sanitario Elettronico – va in quella direzione. Ed anzi, in un futuro oramai nemmeno troppo remoto, non ci saranno più le cartelle cliniche digitali bensì quelle virtuali.
Grazie alla tecnologia virtuale, alla “realtà aumentata” e alle incredibili capacità di calcolo dei computer, la cartella clinica sarà praticamente l’ologramma del paziente. Sul tablet e sul pc del medico, oppure sui dispositivi utilizzati dal Personale Sanitario nei Poliambulatori o negli ospedali e strutture sanitarie pubbliche, comparirà probabilmente l’immagine virtuale del paziente con tutti i suoi relativi dati personali.
Non si tratta però di una mera questione “grafica”, bensì di immaginare un futuro altamente semplificato e alleggerito anche dalla burocrazia elettronica dopo l’importante traguardo di essersi messi alle spalle quella cartacea.
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